Bergamo. In autunno due opere “sorelle” di Botticelli, divise da 200 anni, saranno riunite all’Accademia Carrara
“Storie di Virginia” e “Storie di Lucrezia”, due tavole realizzate per un’unica committenza e immaginate dal pittore per un unico luogo. Divise nell’Ottocento, una acquisita negli Stati Uniti, l’altra in Italia, saranno visibili insieme per la prima volta prima a Bergamo poi a Boston BERGAMO - Separate da centinaia di chilometri, le due tavole con le storie di Virginia e Lucrezia, realizzate da Sandro Botticelli intorno al 1500,legano due istituzioni dalla seconda metà XIX secolo: l’Accademia Carrara di Bergamo e l’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston. Grazie alla collaborazione tra i due musei, le due opere saranno ricongiunte prima aBergamo (ottobre 2018) e poi a Boston (febbraio 2019). Si tratta di due straordinarie opere in cui è possibile apprezzare la grande solennità, l'eleganza delleinquadrature architettoniche, la concitazione degli episodi, memorie classiche e momenti di sentita drammaticità. Due storie tutte al femminile quelle di Virginia e Lucrezia, due racconti che ci parlano di virtù e sacrificio: Virginia, dopo essere stata rapita da Marco Claudio, viene dichiarata schiava di Appio Claudio dai Decemviri. Il padre ed il marito della donna, però, dapprima chiedono clemenza, poi, per preservare l'onore della donna, la uccidono, il che innesca la rivolta dei Romani. Lucrezia, moglie di Collatino, dopo aver subito le violenze sessuali del figlio di Tarquinio il Superbo, Sesto, si suicidò, provocando così la rivolta che portò all'abbattimento della monarchia a Roma. Entrambe le storie sono ispirate da racconti di Tito Livio. La tavola con le storie di Virginia arriva nella collezione dell’Accademia Carrara grazie al lascito di Giovanni Morelli nel 1891; Lucrezia viene acquistata invece nel 1894 da Isabella Stewart Gardner dal conte Ashburnham, grazie alla mediazione di Bernard Berenson (storico dell’arte da sempre considerato uno dei massimi conoscitori del Rinascimento italiano). La mostra di Bergamo, dal titolo "Le storie di Botticelli. Tra Boston e Bergamo", a cura di Maria Cristina Rodeschini e Patrizia Zambrano, si terrà dal 12 ottobre al 28 gennaio 2019. L’esposizione oltre al ricongiungimento delle due opere sarà un’occasione per la valorizzazione anche degli altri due dipinti di Botticelli sempre a Bergamo: il Ritratto di Giuliano de’ Medici (1478-1480 circa) e il Vir dolorum (1495-1500 circa), entrambi entrati in museo grazie alla donazione di Giovanni Morelli. Il Ritratto di Giuliano sarà affiancato dal busto in marmo che lo raffigura in prestito dal Museo del Bargello di Firenze e dal testo di Paolo Giovio, Elogia virorum bellica virtute illustrium, Basilea 1575, corredato dall’incisione con il giovane erede della famiglia Medici trafitto da un pugnale, per ricordare i fatti di sangue della Congiura dei Pazzi che videro la sua morte. Il Vir dolorum della Carrara, già in coppia con una Mater Dolorosa - oggi non rintracciabile, ma nota attraverso un’immagine del 1913 - sarà accostato al Crocifisso (1496-1498 circa) del Museo dell’Opera del Duomo di Prato. {igallery id=1775|cid=1093|pid=1|type=category|children=0|addlinks=0|tags=|limit=0} ...